giovedì 2 dicembre 2010

Si decise a rimettersi a lavorare ma prima aveva bisogno di un’abbondante colazione per acquisire forze e buon umore, così si scaldò del latte e prese dal frigo la torta che sua madre aveva fatto per lei prima di partire con il marito per la Russia in vacanza.
Anche il padre di Kira era nella polizia, anche se ormai vicino al pensionamento, e lei aveva deciso fin da piccola di seguire le sue orme e quelle dello zio e appena l’età glielo aveva consentito era entrata in accademia e si era impegnata per conquistare il privilegio di indossare la divisa. Sua madre inizialmente si era opposta preoccupata per i rischi che avrebbe corso la figli a ma alla fine aveva capito che nulla avrebbe potuto impedire alla ragazza di realizzare il suo sogno.
Fortunatamente i suoi genitori avrebbero trascorso i prossimi quindici giorni in Russia e lei non avrebbe dovuto giustificare, almeno inizialmente, la presenza di quell’uomo in casa sua, soprattutto perché le era  stato assolutamente vietato di parlare del suo compito con chiunque.
Sentì il campanello suonare e sbuffando andò ad aprire noncurante del fatto che aveva ancora addosso canottiera e shorts.
-Eddy, che piacere vederti!- esclamò non appena vide comparire il ragazzo biondo.
-Kira! Sei incorreggibile, ti sembra modo di presentarti ad aprire la porta?- la sgridò Eddy con tono allegro.
-Dai, entra che ti offro la colazione!- esclamò lei abbracciandolo e poi trascinandolo verso il tavolo apparecchiato.
-Volentieri, ma sono di corsa, sono solo passato a salutarti, ho l’aereo per la Florida tra un paio d’ore-. Kira lo guardò sollevata. Un altro problema risolto. Eddy era il suo migliore amico fin dal liceo. Avevano frequentato lo stesso college ed erano sempre stati inseparabili; c’era stato un periodo, nell’estate tra la fine del liceo e l’inizio del college in cui avevano creduto che il loro rapporto fosse ad una svolta e si erano messi assieme. Ma erano bastate poche settimane per capire che le cose non si potevano forzare, che non si potevano provare per forza certe emozioni e sensazioni e che l’unico termine con il quale potevano chiamare il legame che li univa era amicizia.

2 commenti:

  1. Ciao, complimenti per il blog e per il libro! ^^ Ti dispiace se prendo il tuo banner? Questo è il mio blog:
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  2. grazie!
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